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Da Internet alla galleria d’arte, ovvero gli esperimenti traduttivi con gli "emoji"
The article presents various forms of intersemiotic and intrasemiotic translations which
use emoji signs, i.e. iconic characters employed in digital communication by users of popular Internet
applications and platforms (e.g. Twitter, Facebook and Messenger). The use of emojis is becoming
more and more widespread, as evidenced by the increasing number of text messages and works of art
which consist exclusively of these characters. At the same time, attempts are being made to translate
more extensive verbal texts (including literary works) into the nonverbal system of emojis. One of the
feats such efforts have so far accomplished is an experimental translation of Carlo Collodi’s "Pinocchio"
("La storia di un burattino"), a classic of children’s literature, from Italian to emojitaliano (a system
codified by the participants of the experiment), which was developed on Twitter and appeared in print
in 2017. Emoji-based works of art have also found their way to art galleries. "The Garden of Emoji Delights", a triptych by Carla Gannis, is a conspicuous example of intrasemiotic translation (from
a non-verbal code to another non-verbal code) involving Hieronymus Bosch’s celebrated painting.
Such applications of emoji are associated with paradigmatic changes in the humanities, which are
related to the digital, iconic and performative turns and to today’s remix culture (Lawrence Lessig,
Lev Manovich).
L’articolo presenta alcune forme di traduzione intersemiotica e intrasemiotica con
l’utilizzo degli "emoji", cioè dei segni iconici adoperati nella comunicazione elettronica dagli utenti
di applicazioni e di piattaforme web diffuse (come p. es. Twitter, Facebook, Messenger). L’uso degli
"emoji" è sempre più comune, ciò è confermato dalla quantità costantemente più alta di messaggi
nonché di opere d’arte composti esclusivamente da tali segni. Sempre più spesso si cerca di trasporre
anche testi verbali più ampi (tra questi opere letterarie) al sistema non verbale dei segni "emoji". Il
coronamento di tale lavoro è rappresentato dalla traduzione sperimentale di "Avventure di Pinocchio".
"Storia di un burattino" di Carlo Collodi, un classico della letteratura per bambini, dalla lingua italiana
all’emojitaliano, lingua codificata dai partecipanti all’esperimento (la traduzione è stata fatta sulla
piattaforma Twitter e nel 2017 è uscita la sua versione cartacea). Le opere d’arte che fanno uso di
"emoji" compaiono anche nei musei. Il trittico "The Garden of Emoji Delights" di Carla Gannis è un bell’ esempio di traduzione intrasemiotica (da un codice non verbale a un altro codice non verbale) della
famosa opera di Hieronymus Bosch. Un uso simile degli "emoji" è legato ai cambiamenti paradigmatici
delle materie umanistiche, connessi alle varie svolte: digitali, iconica, performativa nonché alla
cultura del "remix", attualmente molto diffusa.